Nato a Firenze nel 1445, Sandro Botticelli fu, secondo Giorgio Vasari, allievo di Andrea del Verrocchio, insieme al più giovane Leonardo.
Considerato il più rappresentativo pittore del clima intellettuale dell’età laurenziana, alla metà degli anni settanta diede avvio lui stesso ad una propria bottega, entrando ben presto nella cerchia dei pittori prediletti dai Medici.
Le opere di Botticelli sono il risultato della progressiva ricerca di una forma il più possibile pura e della bellezza ideale, resa attraverso il disegno. Le sue figure sono contornate da una linea flessuosa ed elegante, capace di definirle morbidamente, soprattutto nelle delicate anatomie femminili.
La bellezza ideale di Venere e della Primavera
Nella “Nascita di Venere”, il tema mitologico nasconde un’allegoria fondata sul concetto dell’amore come forza motrice della natura. Le forme più raffinate delineano il nudo statuario della dea, in cui le qualità morali e spirituali, coincidono con la sua bellezza fisica. Venere nuda, in piedi su una conchiglia, scaldata dal soffio fecondatore di Zefiro, approda su una spiaggia dove una delle Ore è in procinto di coprirla con un mantello ricamato.
Lo stesso stile, i riferimenti filosofici ed il formato vengono condivisi nella “Primavera”, rappresentazione di un ideale paradiso abitato da un’umanità eternamente giovane e bella, immersa nella natura e in armonia con l’universo.
Botticelli dipinse in più opere la personificazione della bellezza quattrocentesca. I canoni estetici di quel tempo erano la fronte alta, il mento ben definito, la pelle pallida, i capelli biondi, il naso forte e la bocca stretta e carnosa. Il corpo ha sempre forme pronunciate, l’addome e i fianchi arrotondati. Tutte le donne erano alla ricerca di questo modello sul proprio corpo, nel tentativo di rappresentare comunque una bellezza spirituale e pura come quella di Venere.
La bella Simonetta
Sembra che ogni figura femminile disegnata da Botticelli, non fosse altra che Simonetta Vespucci, la nobildonna amante di Giuliano De’ Medici, a quel tempo considerata dalla società una Venere vivente per la sua bellezza ineguagliabile.
La “bella Simonetta”, la “sans par” è una delle più celebri nobildonne del Rinascimento fiorentino. Sono molti gli artisti del tempo per i quali avrebbe posato.
Molti hanno voluto riconoscere il suo volto proprio nella Venere o nella personificazione della Primavera di Sandro Botticelli. La leggenda anzi parla anche di un loro legame affettivo.
Su Simonetta ci sono pochissimi documenti, ma il suo mito, dopo la sua scomparsa in giovanissima età, di certo si diffuse fra i poeti e gli artisti della Firenze medicea, che in lei vedevano la personificazione del concetto di bellezza.